La Stella Maris, una storia di immensa generosità
E’ un’Italia poverissima quella che esce dal conflitto della seconda guerra mondiale. Anche in Toscana sono gravi le condizioni economiche e sociali in cui vivono i contadini, spesso mezzadri o semplici braccianti, e i manovali. Come loro, anche gli impiegati statali avevano stipendi continuamente erosi dall’inflazione. E’ nei primi anni 50 che la Pontificia Opera di Assistenza (POA) inizia ad organizzare le prime vacanze estive per i bambini delle famiglie povere, prendendosi cura di piccoli con problemi derivanti dalla malnutrizione, colpiti da malattie respiratorie per le avverse condizioni in cui molte abitazioni di trovavano e spesso con ritardi mentali e malattie di origine psichiatrica.
Le vacanze hanno come mete i monti, per cui si sceglie la collina pistoiese, e il mare che vedrà come sede proprio Calambrone, la consolidata e storica Colonia Firenze. Sono questi i luoghi che accolgono i figli delle famiglie povere e i tantissimi orfani, dando loro cibo, vestiti, istruzione e i primi rudimenti civici per diventare i futuri cittadini. Ed è qui che la Pontificia Opera di Assistenza di San Miniato è attivissima. Recluta il personale, vigilatrici d’infanzia, educatori, cuoche, segretarie e assistenti per un’attività che nasce per rispondere alle esigenze di tutti quei bambini. Già allora si annoverano tra i promotori Don Aladino Cheti, come assistente spirituale, monsignore Cosimo Balducci, Don Marconcini, Don Brucalassi, i Canonici Nazzi e Fiorentini. Saranno loro a rappresentare il primissimo nucleo che decreterà la nascita della “Stella Maris” a Calambrone, la colonia marina la cui prima pietra verrà posata dal Vescovo Felice Beccaro il 13 Settembre 1955. La colonia fu dedicata alla Madonna, Stella del Mare.
La sede Calambrone attirerà molte giovanissime studentesse delle magistrali che offriranno la propria opera volontariamente. Provengono quasi tutte da San Miniato, Santa Maria a Monte, Ponsacco, Fucecchio. Considerano quel periodo con i bambini una vacanza, ma partecipano con responsabilità. Dal 1956 alla Stella Maris convergono tutte le attività marine. Oltre a Don Aladino Cheti, come testimonia la personale ricerca svolta da Giancarlo Pertici, sono allora attive Alfiera Gori, presidente diocesana della Pontificia Opera di Assistenza, in Segreteria POA : Paolina e Fernanda Cresci. In direzione Teresa Cellesi – Vice direttrice, due sorelle: Maria e Nella Gado. In segreteria in Colonia: Maria Corsi di Santa Croce – Teresa Salvadori di Ponte a Egola – Lubiana Sassetti di San Romano. Tra loro l’autista Mario Mattei, uno dei pochi ad avere in quegli anni la patente. Il 1955 è l’anno che cambierà per sempre la missione e con essa il futuro della Stella Maris. Nelle vacanze di Pasqua di quell’anno la colonia ospita un gruppo di bambini con gravi handicap provenienti da Torino, i genitori sono tutti impiegati della Fiat. Sono 12 maschietti con problemi di entità medio-lievi che vengono accuditi con amore e simpatia da tutto il personale. L’emozione che suscitano è tale che un folto gruppo della Stella Maris decide di accompagnarli insieme alle loro famiglie in treno nel loro viaggio di ritorno, fino a Torino. A questa particolare trasferta partecipano Don Aladino Cheti, Alfiera Gori, Teresa Salvadori, Maria Ida di Santa Maria a Monte, la guardarobiera Valeria. E’ questo momento di intensa condivisione a gettare quel seme che diventerà la missione della Stella Maris. La lungimiranza della visione di Don Aladino Cheti, sfocia nell’agosto di quell’anno in una convenzione, stipulata il 2 agosto del 1958, per l’Università di Pisa, con la Clinica Neurologica e la Clinica Pediatrica, con la quale la Stella Maris diventa un “Centro di Ricerca dei disturbi del cervello e della mente nei bambini e negli adolescenti”. E’ anche l’anno di istituzione della Scuola Magistrale Ortofrenica per la specializzazione degli insegnanti di Ortopedagogia (intermediari tra educatori e insegnanti), promossa dal nuovo Istituto medico pedagogico Stella Maris.
Come scriverà il prof. Pietro Pfanner è “il periodo in cui si afferma l’analisi psicologica e psicosociale, il metodo delle équipe formate da psicologi, assistenti sociali, ortopedagogisti e si afferma il ruolo del medico neuropsichiatra”. L’idea che nasce alla Stella Maris è quella di considerare queste figure professionali (compreso anche quello che diventerà il terapista della riabilitazione) come autori di interventi specifici su ogni disabile, ma dentro a un progetto unitario in cui venivano stabiliti obiettivi e tempi di attuazione. Si forma l’équipe, metodo introdotto dal prof Giovanni Bollea in Italia, padre della moderna neuropsichiatria infantile (NPI), nei famosi CMPP (Centri medico psicopedagogici dell’ONMI). Ottimi i risultati che ne seguirono, l’approccio diventa un metodo cardine di lavoro presso la Stella Maris.
E’ il 1964 e l’Istituto apre le sedi distaccate di San Miniato e Montalto di Fauglia, in provincia di Pisa.
Il Centro di ricerca è tra i primi a nascere in Italia in quegli anni. A favorire quella evoluzione fu certamente la convenzione tra l’Opera di assistenza di San Miniato e due istituti dell’università di Pisa, la clinica neurologica e quella pediatrica. Monsignor Aladino Cheti, primo presidente dell’Istituto, intuì subito che quella struttura poteva avere un futuro solo se ci lavoravano autorevoli professionisti. Per questo li andò a cercare trovandoli nell’Ateneo di Pisa: parliamo di specialisti del calibro del professore Pietro Pfanner, neuropsichiatra e Direttore Medico-Pedagogico, della prof.ssa Mara Marcheschi, Neuropsicologa, del prof. Renzo Bartalena, Pediatra e Direttore sanitario, dal prof. Mario Brotini Direttore didattico interno, nonché di Alfiera Gori, infaticabile coordinatrice dell’attività amministrativa. Grazie al loro impegno e al lavoro realizzato nel tempo il 25 settembre 1970, con decreto del Presidente della Repubblica l’Istituto ottenne il riconoscimento come persona giuridica di diritto privato. Ma è decisivo il passo successivo. Il 15 giugno 1973, con decreto emesso ai sensi dell’art.1 della legge 12 febbraio 1968 n.132 il Ministro della Sanità ha conferito alla Stella maris la qualifica di Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS). Il riconoscimento a IRCCS pone la Stella Maris tra i pochissimi Istituti di rilievo per l’assistenza e la ricerca in Italia. Ma si arriva grazie alla tenacia degli allora amministratori dell’Istituto e dell’allora Preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Pisa prof Enrico Puccinelli. Come ospedale di ricerca nasce a Calambrone un Centro di osservazione clinica sul modello ospedaliero.
Sono anni importanti, anni di riscoperta complessiva del valore della diversità e della disabilità. Vengono abolite le “Scuole speciali” e si avvia un difficile processo di integrazione scolastica dei bambini e dei ragazzi con disabilità. E’ il 1975 e all’Università di Pisa va in porto l’istituzione della Cattedra di neuropsichiatria infantile. L’anno dopo, il 13 novembre 1976 avviene la stipula della convenzione con l’Università di Pisa che trasforma la Stella Maris in un Istituto universitario convenzionato.
Il legame accademico consente un rapido e decisivo sviluppo della Stella Maris: si consacra una stretta sinergia con la Pedagogia universitaria, quella del prof A. Cecchini, per cui l’Istituto universitario diventa Istituto di Neuropsichiatria e Psicopedagogia dell’età evolutiva. Si sviluppa una forte attività riabilitativa extra-ospedaliera che avrà come perni il Centro di Montalto e quello di San Miniato, entrambi in provincia di Pisa. L’IRCCS Stella Maris si affaccia a pieno titolo in una scena nazionale piena di vitalità, caratterizzata dalla diffusione della psicoanalisi. E’ in questi primi anni ’80 che a Calambrone nasce l’interesse per l’autismo, che porta a proficue intese con la Clinica Tavistock di Londra, con la Clinica Psichiatrica di Ginevra e con la Cornell University di New York. Anche la Neurologia infantile compie grandi sviluppi, specialmente nell’Epilettologia, nelle Paralisi cerebrali, nella Neurologia del neonato e del lattante, nella Disformologia: i ricercatori della Stella Maris in questi campi ricevono riconoscimenti internazionali prestigiosi. Arrivano anche i primi contributi per la ricerca come IRCCS e nascono i Laboratori per Area, le competenze ultraspecialistiche e i lavori internazionali. Si sviluppano anche le moderne tecnologie diagnostiche, come l’elettrofisiologia, le neuroimmagini, la neurochimica, l’IRCCS diventa un riferimento fondamentale per la didattica e un polo di assistenza regionale. Rilevante è la stipula, avvenuta il 22 luglio del 1996, di un protocollo d’intesa con la Regione Toscana che attribuisce all’ente la “funzione regionale” per la Neuropsichiatria infantile a cui fa seguito, l’anno dopo, l’accordo attuativo del protocollo di intesa tra IRCCS Stella Maris e Azienda Ospedaliera Pisana.
“Negli anni 2000 si è raggiunto un vertice organizzativo e di lavoro per noi impensabile fino ad epoca recente: migliaia di bambini e di giovani assistiti ogni anno in ricovero. Migliaia di pazienti visti nei nostri ambulatori ogni anno”, scrive il prof Pietro Pfanner in occasione dell’Anniversario dei primi cinquant’anni di vita della Stella Maris. L’Istituto nato per rispondere alle esigenze di bambini con disturbi difficilmente “guaribili”, è diventato grande e ogni giorno, fa passi da gigante.
Il 6 aprile del 2005 si sigla un successivo protocollo d’intesa con la Regione Toscana, nel quale si conferma l’attribuzione alla Stella Maris in modo esclusivo della funzione regionale ospedaliera di Neuropsichiatria infantile. l’accordo attuativo di questo protocollo interviene poi tra la Fondazione Stella Maris, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e l’Università degli Studi di Pisa. Sempre in questo anno di stipula l’accordo attuativo tra Azienda ospedaliero universitaria Meyer e la Fondazione Stella Maris per l’attività emergenza psichiatrica in età evolutiva, mentre si raggiunge il protocollo di intesa tra Agenzia regionale di Sanità e la Stella Maris per lo svolgimento di attività di epidemiologia nella Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Sempre nel 2005 l’IRCCS Stella Maris diventa provider regionale in tema di ECM (Educazione Continua in Medicina).
L’attività cresce e con essa l’Istituto. Viene realizzato il Padiglione C (Virgo Fidelis), si rinnova e si riqualifica il plesso di San Miniato, mentre a Calambrone si guarda a implementare le nuove tecnologie. Nel dicembre del 2012 viene inaugurato nella sede della Stella Maris il Centro IMAGO7, che utilizza un Tomografo a 7 Tesla (General Electric), primo ed unico in Italia al momento ed uno dei pochi di questa intensità di campo nel mondo, inaugurato nel dicembre 2012. Il Centro, che ha uno staff dedicato a progetti di ricerca finalizzata nazionali ed internazionali, è un provider tecnologico che, supportato da una expertise multidisciplinare, favorisce la ricerca in un ampio spettro di linee, dalla anatomia alla fisiologia, alla biochimica.
In Basilicata si realizza e si costituisce un nuovo Istituto scientifico “Stella Maris Mediterraneo” Centro di Neuropsichiatria infantile, costola dell’Istituto Pisano. Una dinamica realtà che ha organizzato l’attività su due poli di eccellenza: quello diagnostico all’Ospedale di Matera e quello terapeutico di Chiaromonte, dove confluiscono in un’esperienza innovativa genitori e bambini con autismo per un precoce ed efficace trattamento. Il Centro è la risposta alla migrazione sanitaria dei pazienti dal Sud verso il Centro e il Nord Italia.
L’IRCCS Fondazione Stella Maris non si ferma qui, ma prepara il futuro approvando il progetto del nuovo Ospedale che nascerà nell’area tra Cisanello e via Bargagna, a Pisa. Una struttura che vuole creare un rapporto nuovo e di sostegno dell’intera famiglia. Un complesso che non si impone ma si inserisce armonicamente nel parco che lo attornia, come vele issate a guardare il cielo di uno speciale veliero bianco, a ricordare il viaggio del bambino nel percorso di cura. La nuova struttura avrà elevati standard di accoglienza, comfort, sicurezza e tecnologia applicata alla diagnosi e terapia. Proprio per la sua collocazione geografica il nuovo Ospedale ospiterà anche bambini con gravissime patologie. Inserito nel complesso dell’area della ricerca e dell’assistenza biomedica di Cisanello, la Stella Maris svilupperà sinergie assistenziali con il policlinico multi-specialistico e potenzierà la ricerca con gli enti di ricerca pisani. Ma il piano di sviluppo della Fondazione è molto più corposo: dopo la nuova Casa Verde, un complesso architettonico che a San Miniato dialoga con il territorio in cui è immerso, a breve a Marina di Pisa Villa Giotto sarà ristrutturata per ospitare le strutture di Montalto di Fauglia.
E si rinnova una sfida che, come nei primi 50 anni, ogni giorno ci avvicina al futuro.