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Studio FIRRST: Supporto per lattanti con primi sintomi di autismo

Grazie ai fondi PNRR del Ministero della Sanità e dell’Unione Europea, il team di ricercatori dell’IRCCS Stella Maris sta per avviare il primo studio in Europa sull’intervento precoce nel primo anno di vita per bambini con sintomi prodromici di Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) in combinazione a misurazione neurofisiologica.

Fondazione Stella Maris capofila del progetto

Il team di Ricerca dell’IRCCS Stella Maris, comprende il Prof. Andrea Guzzetta, Neuropsichiatra Infantile, Professore Ordinario dell’Università di Pisa e Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dello Sviluppo  dell’IRCCS Stella Maris, la Dr.ssa Sara Calderoni, Neuropsichiatra Infantile e Ricercatore dell’IRCCS Stella Maris e dell’Università di Pisa e la Dr.ssa Costanza Colombi, Psicologa e Ricercatore dell’IRCCS Stella Maris e Professore Aggiunto della University of Michigan. Allo studio multicentrico si aggiungono inoltre la Prof.ssa Gabriella Di Rosa dell’Università di Messina, la Dr.ssa Liliana Ruta dell’IRIB CNR di Messina e il Dr. Michael Lombardo dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Trento.

Il progetto FIRRST

Acronimo di Fostering Infant Responsivity and Reciprocity – Support to Thrive, è uno studio multicentrico preventivo randomizzato che si propone di supportare bambini con primi sintomi di autismo nel loro primo anno di vita. Lo studio mira a validare e rendere ampiamente disponibile l’Intervento FIRRST, che la Dr.ssa Colombi ha sviluppato e pilotato, prima all’Università del Michigan e dal 2020 all’IRCCS Stella Maris di Pisa.

Obiettivi e finalità

L’obiettivo è intervenire precocemente nei primi segnali di ASD per sfruttare al massimo la plasticità cerebrale del bambino e prevenire la disabilità associata all’autismo. L’ipotesi è che la storia di vita dei bambini nati con una tendenza e una fragilità per l’autismo possa essere modificata. L’intervento precoce è essenziale per prevenire la disabilità che può derivare dall’autismo, in quanto può attivare meccanismi epigenetici che regolano l’espressione dei geni. Grazie a questi meccanismi, è possibile influenzare positivamente lo sviluppo e il benessere dell’individuo autistico.

I dati preliminari sono promettenti e indicano che l’intervento è semplice, fattibile e non invasivo, basato su incontri settimanali con i genitori e il bambino per circa 6 mesi, durante i quali vengono inserite strategie per favorire lo sviluppo socio-comunicativo del bambino. In tali sessioni, il terapista aiuta i genitori a inserire strategie molto potenti e di supportata efficacia all’interno delle interazioni con il proprio bambino. Non si tratta di far diventare i genitori terapisti, ma di aiutarli ad inserire routines che favoriscono lo sviluppo socio-comunicativo del bambino all’interno delle pratiche quotidiane di accudimento.

I risultati

Se i risultati preliminari verranno confermati su un campione più ampio di bambini, il progetto potrebbe rivoluzionare l’approccio attuale all’autismo, permettendo un intervento precoce e preventivo subito dopo la comparsa dei primi segnali di rischio. Questo potrebbe portare benefici significativi alle famiglie e ridurre notevolmente i costi economici per il sistema sanitario ed educativo legati alla gestione dell’autismo. Il potenziale di questo studio è enorme, poiché potrebbe cambiare radicalmente l’approccio attuale all’autismo, passando da raccomandazioni di monitoraggio a interventi preventivi precoci una volta individuati i segnali di rischio.

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