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A San Miniato le celebrazioni del Giubileo della Diocesi

 

C’è un pazzo che grida nei dischi il bisogno di amore che c’è

E un altro, un imprenditore, fa business ma con l’anima

Pubblichiamo la riflessione di Giuliano Maffei, Presidente della Fondazione Stella Maris sul primo evento che venerdì 2 dicembre ha aperto il Giubileo della Diocesi di San Miniato.

A San Miniato si sono aperte le celebrazioni del Giubileo della Diocesi.

400 anni, 1622 – 2022 e non sentirli, a testimonianza di una Diocesi viva e proiettata al futuro, così come la Fondazione Stella Maris che da Don Aladino Cheti, prete di tale Diocesi, ha preso il via a testimonianza della folle voglia di fare il bene che anima da sempre gli uomini di questa terra.

Buon anniversario mia cara Diocesi.

Grazie a Lei, Vescovo Andrea,  e a tutti gli altri Vescovi che l’hanno preceduto, per averla portata sino a noi con determinazione e con quell’entusiasmo che appartiene a chi risponde ad una chiamata. Fu così anche quattrocento anni fa con Maria Maddalena d’Austria che la fondò.

Anche noi laici dobbiamo prendercene cura e portare avanti con coraggio e fiducia questo dono di Dio, e di tutti quelli che da esso sono derivati, proprio come Stella Maris.Venerdì sera il Vescovo Andrea (dopo tutti questi in cui è cresciuta anche un’amicizia, faccio molta fatica a chiamarlo oggi Vescovo di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, o amministratore apostolico) ha voluto regalare alla popolazione della Diocesi una serata di musica e parole “ Dietro la moda dietro le canzoni”, con cui “ anticipare “ gli sguardi nuovi che dovranno caratterizzare questo anno giubilare e mettere in moto l’imprenditoria del territorio verso un futuro pieno di “scelte non solo in vista dei profitti, ma anche del bene di chi ci lavora, dei clienti, della comunità civile e dell’ambiente”, come ricorda Safiria Leccese nel suo libro “ La ricchezza del bene “ , dove è contenuto lo sguardo di Scienza e di Amore che rappresenta la radice di cui poggia Stella Maris, e quello prezioso di Marco Bartoletti che l’altra sera, con Beppe Dati, ha portato lungimiranza ed umanità. Avendo condotto la serata, nella veste, quasi inedita, di intervistatore, lascio la riflessione di ciò che è “arrivato al pubblico “ da questo incontro tra due miei carissimi amici che incontrai e feci incontrare anni fa, proprio sotto la Stella Maris, ad uno scritto bellissimo che mi è pervenuto dalla Prof.ssa Maria Paola Casini, giunta appositamente da Sinalunga per  questa occasione.

Questa sua riflessione si aggiunge alle tante e sincere attestazioni ricevute di conferma che il potente messaggio di Amore e di un nuovo modo di fare impresa e business con l’Anima è giunto a segno perché possibile, come confermatomi anche dalla Prof.ssa Laura Baldini “quando sono uscita mi sono sentita veramente bene e non è facile che capiti”. Ci sono stati effettivamente dei momenti di umanità che hanno bucato il cuore in cui si è percepito proprio la presenza di quell’Infinito che dà il suo tenero abbraccio e ci ha fatto comprendere chi ha inventato l’economia e chi l’uomo.

Fatti valere “ urlava dal profondo del cuore Valentina, giovane ragazza speciale della BB Spa, alla cantante Marilena Catapano durante la serata . Questo è stato uno di quei momenti.Ecco, questo grido sarà il nostro impegno per riemergere dalla bassa fedeltà, dalla mediocrità di questo mondo lasciato da troppi anni in balia del poco.

Grazie di cuore a chi ha contribuito alla riuscita della bella serata, in particolare al Vescovo Andrea che l’ha voluta e alla BB Spa che l’ha resa possibile. Al Credit Agricole con il suo Massimo Cerbai per la messa a disposizione dell’Auditorium. Grazie ai protagonisti: Marco Bartoletti e Beppe Dati, Orietta e Valentina (collaboratrici di Marco), ed a tutti gli artisti, Giancarlo Brenda, Marilena Catapano, Simone Gaggioli, Marco Fontana, Federico Sagona e ai tecnici Gianfilipppo Boni, ed Elena  dello Studio Larione 10 . Grazie ai Volontari del Serra Club San Miniato e della Misericordia di San Miniato, con un grazie speciale all’amico Danilo Puccioni per l’ottimo servizio fotografico che ci permette di rivivere alcun momenti importanti. Ringrazio infine Riccardo Lazzeri per la bella locandina.

Maria Paola Casini, fortunata spettatrice della serata

Cosa può avvicinare un imprenditore di punta nel mondo della moda e un autore delle canzoni più belle del panorama musicale italiano degli ultimi quarant’anni? Apparentemente nulla. Eppure, per chi ha partecipato all’evento del 2 Dicembre 2022 nell’Auditorium generosamente messo a disposizione dal Crédit Agricole di S. Miniato, il senso di un così insolito accostamento si è fatto via via evidente nel corso della serata di festa e di riflessione, fortemente voluta dal vescovo di Arezzo, Cortona, Sansepolcro ma ancora amministratore apostolico di San Miniato, Sua Ecc. Andrea Migliavacca, in occasione dell’ apertura del Giubileo della Diocesi a quattrocento anni dalla sua istituzione. Un evento costruito intorno alle parole, alla musica, ma anche a testimonianze di vita vissuta nelle pieghe della realtà lavorativa delle aziende, in un territorio a forte vocazione imprenditoriale. Il sottile filo conduttore capace di legare la testimonianza di un autore “diversamente credente” e quella di un proprietario di azienda ”diversamente imprenditore” è stato sapientemente dipanato dalla regia dell’avvocato Giuliano Maffei, Presidente di Stella Maris  e vera e propria anima della lunga serata che, partito dalle celeberrime canzoni scritte dall’amico Beppe Dati, e portate al successo da Mia Martini, Marco Masini, Paolo Vallesi, Laura Pausini (per citarne solo alcuni) tra le quali ricordiamo “Caro Babbo”, “La forza della vita”, “Le persone inutili”, ha progressivamente tessuto  una trama ricca di significati profondi e fortemente attuali. Beppe Dati ha costruito, nella sua lunga carriera, case di parole in cui hanno trovato dimora i sentimenti che attingono alla sfera più profonda dell’uomo e che riguardano il senso intimo dell’esistenza, dei suoi temi più grandi, di quelle domande di senso a cui nessuno può sfuggire ed è riuscito a dare un nome alle cose, a mettere, per così dire, un po’ di ordine nella confusione del mondo, provando a decifrare quella parte oscura che ciascuno di noi in quanto creatura si porta dentro.

I suoi testi hanno portato in superficie, come una trivella, le intime lacerazioni del cuore umano, ma anche la sua complessità e la sua domanda di Infinito, spesso annebbiata, deviata, consumata dalle risposte sommarie e sbrigative della nostra contingenza. Nella serata di ieri, la poesia delle canzoni, magistralmente interpretate da Marilena Catapano e Simone Gaggioli, ha sicuramente fatto vibrare le corde della sensibilità di ciascuno dei presenti che avranno riconosciuto una parte di sé e della loro storia in quelle note fiorite di parole che hanno accompagnato la vita di molti. E tanti si saranno anche commossi a riascoltare soprattutto il testo de “Le persone inutili”, quelle “che non troveremo mai/ sui giornali o nei cortei/ma che amano ogni giorno/ molto più di noi”. Sono coloro che la società bolla come diversi, incapaci, improduttivi, da assistere, tollerare, accettare, ma sempre come “figli di un Dio minore”. Fortunatamente non per tutti è così, anzi.

C’è un imprenditore, Marco Bartoletti, che a Calenzano ormai da anni, ha completamente rovesciato la prospettiva, il giudizio su chi viene chiamato “diversamente abile”; lui non solo dà lavoro a persone con diversi gradi di disabilità, ma ha costruito, grazie a loro, un’azienda di altissimo livello nel settore della moda, insomma un’impresa leader che produce per i più importanti brand del lusso. Marco Bartoletti ha compreso che, per quanto limitata nel tempo e assolutamente bisognosa di completarsi in una prospettiva “altra”, la ricerca della felicità può e deve essere una prospettiva di vita autentica nel presente  che ci è dato di vivere in questa terra, anche in un ambito difficile e sfidante come quello in cui operano gli imprenditori. Così lui ha orientato in modo diverso il suo sguardo, ha considerato normale ciò che per gli altri non lo è e, in quanto tale, da allontanare, scartare, emarginare. Ha rischiato, ha provato, si è messo in gioco, ha capovolto il modo di guardare i ”diversi” e con loro ha costruito una rete di collaboratori, non di dipendenti, che fanno impresa con lui perché lui li ha fatti sentire persone, restituendo loro la dignità che fino a quel momento nessuno aveva loro riconosciuto. E la storia di Orietta, in sedia a rotelle per una malattia, ha letteralmente assorbito l’attenzione di tutto il teatro e le “parole” di carta e di musica sono diventate rappresentazioni di vita vissuta, di realtà fatta di carne, di reciprocità, di rispetto e di accoglienza, ma quella vera. La scommessa e la visionarietà di un imprenditore hanno riscattato le vite ai margini di persone uniche, insostituibili, capaci come nessun’altra di fare il loro lavoro. Potrebbe bastare così, ma invece c’è dell’altro. Accanto a Orietta è arrivata Valentina, una meravigliosa ragazza a cui un cromosoma in sovrannumero ha donato una carica di simpatia e di affettuosità travolgenti!!! È lei, nell’azienda di Bartoletti a controllare la qualità dei prodotti, è lei che spinge la carrozzina di Orietta, rassicurando l’amica del fatto che può stare sicura perché “lei lavora anche alla Misericordia”! Tutto l’auditorium ha avuto un sussulto, travolto dall’umanità spumeggiante e autentica di Valentina, felice del suo lavoro e piena di vita da far invidia!!!  Molti dei presenti, sicuramente, hanno sentito l’altissima lezione morale che l’esperienza di Bartoletti, ben lungi dall’essere un’opera di assistenzialismo, ha saputo dare. Ha fatto sentire tutti molto più piccoli, perché ha trasmesso ai presenti il messaggio che la fragilità è solo un’apparenza, spesso fondata sulla mancanza di coraggio e di speranza di chi si limita a pensare solo al profitto. Marco ha dimostrato, con la sua storia, che se al centro ci sono le persone, anche l’impresa ha successo!!!

Alla fine, il saluto di tutti gli ospiti ha avuto anche l’abbraccio del vescovo, che con semplicità ma anche profondo senso di gratitudine, è salito sul palco riconoscente verso tutti coloro che si erano spesi per l’evento, restituendo ai presenti la convinzione che al di là delle inevitabili sbavature, increspature o deviazioni  rispetto alla scaletta di alcuni interventi, l’obiettivo  della serata era stato sicuramente raggiunto e che tutti potevano davvero dirsi “fortunati “ per il dono di aver risposto “sì” all’invito ricevuto, grazie soprattutto alla testimonianza autentica di Valentina e Orietta, vere protagoniste della serata, le quali hanno fatto capire che solo insieme, con tutte le nostre differenze, possiamo costruire un futuro ricco delle unicità che ciascuno di noi rappresenta!

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 Foto  di Danilo Puccioni

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