Incontri

L’incontro con Daniele Cassioli il più grande atleta di sci paraolimpico di tutti i tempi

“Lo sport è un grande aiuto per il bambino in difficoltà, aiuta ad andare anche con il vento contro”

Daniele Cassioli, cieco dalla nascita, è il più grande atleta di sci nautico paralimpico di tutti i tempi, uno degli atleti italiani più medagliati di sempre. Successi ottenuti con duri allenamenti, un immenso talento, una illimitata passione per lo sport e modo di vivere la vita capace di trasformare ogni limite in un punto di forza. Daniele è un vortice di idee, esperienze, progetti pensati e dedicati ai più piccoli, ai bambini. “Perché è da lì che bisogna partire – dice -, perché se da bambino non avessi fatto alcune esperienze, oggi non ci sarebbe Daniele il campione”. 

Daniele Cassioli è stato uno tra i più importanti ospiti della Fondazione Stella Maris. Il suo incontenibile vortice di energia e belle cose accende le persone che incontra. “Un portatore sano di felicità”, diremo al termine di un pomeriggio davvero speciale, quello avvenuto di recente per conoscere il team del VisLab, il Laboratorio Visione diretto dalla dr.ssa Francesca Tinelli, che si occupa dei bambini con deficit visivi dovuti a lesioni cerebrali congenite o acquisite, bambini con sindromi genetiche, con patologie neurodegenerative e con patologie visive periferiche.

In queste righe vogliamo parlare di lui e dell’incontro con la vasta delegazione della Fondazione Stella Maris, capitanata dall’avvocato Giuliano Maffei, Presidente della Fondazione Stella Maris, il prof. Giovanni Cioni, Direttore Scientifico dell’IRCCS e lo staff VisLab. Daniele è arrivato con la compagna Giulia Chiara Castiglioni, con cui trasforma in realtà molti dei suoi progetti, e con Lorenzo Signorini, Partner di EY, leader nei servizi professionali di revisione e organizzazione contabile, fiscalità, transaction e advisory, che attraverso EY Foundation,sostiene il suo progetto Real Eyes Camp 2021. 

Daniele Cassioli è laureato in fisioterapia, professione che esercita da oltre dieci anni, e ha dato vita a Real Eyes Sport, Associazione Sportiva Dilettantistica senza fini di lucro, con cui insieme ad altri professionisti per favorire uno sport che “faccia bene” ai propri associati e che sia strumento di integrazione e affermazione delle persone con disabilità, per uno sport che favorisca la socializzazione, trasmetta valori importanti come la fiducia nell’altro, l’assenza di pregiudizio, la determinazione nel raggiungere gli obiettivi, la forza di superare gli ostacoli e la capacità di entrare in contatto reale con sé stessi. “A me piace pensare che le difficoltà siano un’occasione per migliorarsi e per apprezzare il fatto che essere vivi è già una grande fortuna – dice Daniele – Avere una disabilità o, in generale avere una difficoltà, può essere vissuta come un ingiustizia. Non è un caso che ho intitolato il mio libro “Il vento contro”, perché ognuno di noi può avere “un vento contro”, dibattersi in un problema, la differenza la fa sempre come noi scegliamo di affrontarla”. 

Per Daniele Cassioli tutto è naturale, anche fare cose pazzesche. Come è possibile per chi come te nasce ipovedente? 

“La prima grande rivoluzione è stata quella dei miei genitori che mi hanno permesso di avere un accesso al gioco destrutturato. Il gioco libero è stata la base, la formazione di quello che poi sarei diventato, poiché è quello che mi ha permesso di acquisire le competenze motorie per essere pronto all’appuntamento con gli sci. Lo vedo anche oggi che mi occupo di iniziare allo sport tanti bambini. Portandoli a sciare in acqua mi sono reso conto che molti purtroppo non sono pronti, non perché ciechi, ma perché privi di alcune esperienze fondamentali, come appunto il gioco destrutturato. Da piccoli giocavo a nascondino, perdevo sempre, però ci giocavo. Questa, come altre esperienze, hanno allenato  il mio sistema nervoso in quella fase sensibile che è l’infanzia. Mi spiace quando vedo che questo aspetto, che io ritengo fondamentale per lo sviluppo del bambino, venga lasciato in secondo piano. Non puoi privare un bimbo di tutta una serie di esperienze motorie che bel tempo si trasformeranno in preziose competenze cognitive”. 

A te è sempre rimasto lo sguardo da bambino?

“Penso di sì o almeno mi rendo conto di quanto quel bambino abbia percorso una rotta  che grazie alle tante esperienze, ora lo collochi in una situazione di maggiore incisività. Penso che il bambino, proprio per lo sviluppo che compirà in poco tempo, è possibile costruire tanto e in senso molto positivo. Se i miei genitori non mi avessero spronato ora non sarei il Daniele che conoscete. Amare non sempre è fare ciò che mi star bene, ma è anche sacrificare me stesso per darti qualcosa in più, sapere lasciar andare. L’amore è forzo me stesso per dare qualcosa in più a te. Questo tema nella cecità è più presente nelle scelte che i genitori fanno”. 

Lo sport è parte determinante di te, pensi  davvero che lo sport possa fare tanto per i bambini?

“Penso che lo sport sia importantissimo e vada sfruttato al massimo. Penso che sia ancora poco trattato l’aspetto terapeutico dello sport. Non si aiutano mai abbastanza i bambini ciechi che vogliono fare sport, tutto ricade sulla famiglia che spesso non hanno informazioni. Lo vedo nel camp che abbiamo creato qui a Tirrenia lo sport favorisce un rapporto alla pari tra i bambini e fa emergere quell’aspetto sociale che deve essere alla base di ogni rapporto umano. Qui si innesta il lavoro che stiamo realizzando con Real Eyes Sport, associazione nata proprio per offrire a tutti i bambini ciechi e ipovedenti, indipendentemente dalla loro condizione, la possibilità di fare sport. Voglio seminare il seme dello sport per tutti. Si va dall’attività motoria di base, allo sci nautico, il calcio, l’atletica, il pattinaggio a rotelle.  

E le famiglie?

“Il progetto le comprende a pieno titolo, tra i nostri obiettivi c’è proprio quello di mettere in rete le famiglie per sensibilizzare chiunque al diritto dei bambini di divertirsi attraverso lo sport. E di farlo insieme con mamma e papà, così da condividere le esperienze. L’associazione sta crescendo è in chat ho 250 famiglie di bambini non vedenti a cui lo sport sta cambiando, in meglio, la propria vita”.

La fiducia per lei è un valore importante?

“Penso che la fiducia sia importante, come chiave di svolta per la ricerca della felicità. Pensi che ho dedicato un TEDX alla fiducia. Io per professione mi fido ciecamente da sempre e ho imparato che la fiducia per chi la dà e chi la riceve, è sempre un valore aggiunto. I rapporti che sono tenuti insieme dalla fiducia sono rapporti che vanno molto più lontano”.

(nella foto in alto, il Presidente Maffei, l’atleta Cassioli e Partner di EY Signorini)

www.sportrealeyes.it


Social Value di EY Foundation Onlus

Il progetto di Daniele Cassioli Real Eyes Camp 2021 dell’Associazione Sestero Onlus (un Campus estivo per bambini e ragazzi con disabilità visive) è sostenuto dalla EY Foundation Onlus, attraverso una sfida solidale che ha coinvolto tutti i dipendenti EY. A fine 2020, la EY Foundation Onlus ha lanciato Social Value: una iniziativa per proporre, condividere e selezionare progetti sociali, ambientali, culturali, rivolta a tutto il network di EY in Italia, con l’ambizione di realizzare una sintesi tra employee engagement e CSR.   Il progetto è nato da una precisa scelta della leadership: quella di coinvolgere tutti i dipendenti, da un lato per poter esprimere i propri valori attraverso un progetto sociale e dall’altro raccogliere fondi per più ambiti di intervento. Un percorso iniziato dai 68 progetti no profit che in un mese i dipendenti hanno proposto scelti raccogliendo le preferenze del personale attraverso i like sulla piattaforma collaborativa EY Cognistreamer e il voto di una giuria tecnica. Fasi da cui sono usciti 4 vincitori tutti presentati in una speciale serata, quali destinatari di 10.000 euro (totale 40.000 euro) da parte di EY Foundation Onlus, da cui si è aperta ufficialmente la campagna di crowdfunding che ha visto protagonisti sia i progetti che gli ambassador aziendali che si sono attivati in prima persona per promuovere la raccolta fondi.

 

 

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