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La speranza, una carezza di eternità II

Proseguiamo con la seconda parte dell’importante intervento dell’avv. Giuliano Maffei, Presidente della Fondazione Stella Maris, avvenuto in occasione del webinar che si è svolto il 26 novembre 2020 nell’ambito di Pisa X Festival Dottrina Sociale (DSC) “Vivi adesso il tuo futuro. Scienza & Amore “ . L’avv. Maffei ha parlato su un tema di grande attualità “La Speranza, una carezza di eternità”. Una riflessione che rientra a pieno titolo nel Progetto culturale ed educativo “Conosci te stesso: viaggio nell’uomo incontro all’Uomo”. Riproponiamo qui la seconda parte del testo completo. 

Ovviamente, per aprire e mettere in moto la parte spirituale bisogna preliminarmente avere il coraggio di tenere il cuore aperto con l’umiltà di riconoscere la nostra finitezza e la nostra fragilità: di questi tempi dovrebbe essere più facile perché questa condizione è sfacciatamente evidente. Bisogna ri-abituare i nostri occhi a catturare momenti di infinito durante il nostro quotidiano.

Per far questo, per re-imparare a sperare, ci sono di stimolo e di aiuto la poesia, l’arte, la musica, la letteratura, la natura con le sue meraviglie, la meditazione, la preghiera, l’incontro con la sofferenza o con gli occhi di uno che soffre e chiede il nostro aiuto e tanti altri preziosi momenti..

Mi spiego meglio.

In questa strana riflessione a voce alta, che mi porta a ritenere che la mia vita è piena di senso, e che il caso non esiste, sono stati di aiuto alcune esperienze e fatti particolari che mi sono occorsi e che conservati nel mio cuore e nella mia mente mi hanno allenato a diventare un Cercatore di senso,

In ciò sono stato anche agevolato non solo dalla mia fede, ma anche dalle scoperte scientifiche ed in particolare dalla fisica quantistica che ci dice che tutte le particelle comunicano tra di loro e che tutti noi siamo interconnessi con la più distante stella. Un po’ come diceva Galileo Galilei “non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella”.

Questi sguardi scientifici, di ragione, riaprono enormemente  l’attenzione e la speculazione anche filosofica sulla parte spirituale dell’uomo. Stimolano a rifrequentare l’anima. Sono sguardi rivoluzionari che possono affinare le nostre capacità di entrare dentro le cose al di la delle barriere spazio tempo.

Ad esempio, ricordo che:

  • Mi sono innamorato della luce degli occhi di mia moglie Adele. Quando ci vedemmo a distanza ci fu uno scintillio, che non apparteneva a questo mondo.
    In esso vidi il mio passato il mio presente ed il mio futuro.
  • Ho rivisto questa luce così potente nei suoi occhi dopo aver partorito i nostri due figli.
  • Lo stesso incanto deve aver visto il Leopardi, non credente, nella bellezza di Aspasia da lui definita poeticamente divina. La stessa relazione di luce, che Don Giussani notò tra due innamorati e le stelle.
  • Ho rivisto quella luce così speciale in una camera del nostro Ospedale a Calambrone. Avvolgeva una mamma che dandosi lo smalto alle unghie mi disse che si stava preparando per andare con sua figlia tetraplegica, seduta su una sedia a rotella, a fare una bella girata a Tirrenia ed era gioiosa.
  • Ho rivisto quella luce in un luogo d’arte la piazza dei Miracoli della mia bella Pisa. Avvolgeva il Duomo, il Battistero, il Camposanto e la Torre di Pisa che con la fragilità della sua pendenza esprime la potenza della sapienza e della maestria dell’uomo.
  • Ho rivisto quella luce incredibile sul litorale di Marina di Pisa.
  • Ho rivisto quella luce nella passione e nell’umanità delle persone che si impegnano per gli altri ammalati e fragili e, quindi, negli occhi del nostro Don Adriano Vincenzi ed in quelli della suorina di clausura a cui un mio collega non credente chiese che cosa si doveva fare per avere quella luce, perché anche lui a desiderava.

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Per tutto questo ed ancora altre intuizioni, penso, che la Speranza, che ci aiuta anche a resistere alle malattie, si trovi nella luce della bellezza ispirativa e creatrice, ossia quella che con la sua intensità ci fa battere il cuore e venire i brividi, quella che porta con sé il sacro, il divino, quella che salverà il mondo proprio perché si trova racchiusa nell’Amore, è Amore e ci dice che la vita ha ancora uno scopo…

Penso, che la Speranza amorosa si possa trovare ovunque, in ogni luogo, anche nel buio più profondo, perchè dopo il nulla c’è sempre qualcosa, o Qualcuno.

Quindi, si può trovare in ogni momento, anche ora, adesso perché la Speranza è memoria del futuro e per questo è anche presente, perché sono proprio il passato ed il presente che alimentano ed immaginano il futuro.

Ho questa fiducia, e ve ne rendoconto,  perché tutto ciò me lo conferma il più grande Psicologo che sia mai esistito. Sapeva leggere l’uomo da dentro e veniva da un paese dove dicevano che non usciva nulla di buono, Nazareth, per alcuni, come me, era figlio di Dio, per altri un profeta e per altri ancora il più grande uomo tra gli uomini, un filosofo vagabondo e arruffapopoli, un capovolgitore di sguardi che rendeva nuove anche le cose già esistenti.

Su quella Croce, sul monte del Cranio, ossia nel massimo luogo di sofferenza ed ingiustizia, nacque l’Amore e con esso la Speranza:

“ in verità ti dico che oggi sarai con me in Paradiso”.

Oggi, ora, non domani, ma adesso.

Con queste parole il ladrone pentito visse subito il suo futuro.

Per tutto questo la Speranza al 100% non può che portare con sé una carezza di ETERNITA’

“ Non va tutto male. Dipende da come vedi le cose ** “ e allora, Forza, andiamo avanti!

 

** Scritto trovato nel Parco della Poesia della Fondazione Stella Maris a Calambrone (Pisa)

 

Qui l’intervento integrale pubblicato da Toscana Oggi ▾

Categorie:News, Viaggio nell'uomo. La parte migliore.