Lutto nella NPI italiana e alla Stella Maris, è scomparsa la prof. Mara Marcheschi
La Fondazione Stella Maris perde un’altra importante figura che ha contribuito alla nascita e allo sviluppo scientifico ed assistenziale dell’Istituto. Ieri sera è mancata dopo una breve malattia la professoressa Mara Marcheschi, 87 anni, già professore associato di neuropsichiatra infantile dell’Università di Pisa e coordinatrice della linea di ricerca in Psicopatologia dello sviluppo della Stella Maris. I funerali si svolgeranno domani venerdì 12 gennaio alle ore 15 a Pisa nella Chiesa del Carmine.
Il suo decesso è avvenuto nemmeno un anno dopo a quello del marito, il professore Pietro Pfanner, riconosciuto insieme a lei tra i “padri fondatori” di quello che negli anni ’50 era un istituto Medico-Pedagogico Stella Maris, nucleo di quello che è poi diventato l’attuale IRCCS Fondazione Stella Maris, un moderno ospedale di ricerca, completamente dedicato ai disturbi neurologici e psichiatrici del bambino e dell’adolescente.
Un’impresa fu quella, una sfida lanciata da monsignor Aladino Cheti e raccolta dall’entusiasmo e dall’umanità di giovani medici e collaboratori, tra cui Pietro Pfanner, Mara Marcheschi, Renzo Bartalena, Mario Brotini e Alfiera Gori. Dirà poi il prof Pfanner: “Mara Marcheschi che doveva diventare mia moglie, non solo è stata per me fino da allora un alter-ego o “una spalla e mezzo”, come dice Giovanni Bollea; ma essa è stata ed è ancora per tutti noi, consentitemi di dirlo, una saggia ispiratrice e modulatrice di tutta la nostra attività”.
La professoressa Marcheschi visse in prima persona quell’appassionante percorso che portò l’Istituto Stella Maris a diventare già negli anni ’70 la più grande struttura assistenziale italiana per la neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, grazie allo sviluppo dell’attività di assistenza, ricerca e didattica di carattere nazionale. Insieme al marito visse il riconoscimento a istituto a carattere scientifico dell’ente, che ne riconobbe la qualità degli studi scientifici. E insieme a lui realizzò studi e firmò testi fondamentali in tema di sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente e delle sue problematiche, nonché sull’importanza della riabilitazione.
“Quando iniziammo – dirà la professoressa ripercorrendo quegli anni – andava di moda il termine oligofrenico (retaggio della psichiatria dell’800) poi sostituito dal termine dell’OMS di “insufficiente mentale”, per alludere alla “scarsità della mente e del cervello”. Ci accingemmo a studiare il deficit e ci apparve una realtà complessa e un universo sconfinato di condizioni diverse, fra loro eterogenee per sintomi e cause, meritevoli di comprensione e soprattutto niente affatto destinato ad una condanna ineluttabile”. L’inizio della Stella Maris è avvenuto nel dicembre del 1958 con 37 bambini “oligofrenici di grado medio”, di età compresa fra 5 e 11 anni, a cui si aggiunsero altri 48 bambini nell’anno successivo. “Dopo 2 anni di attività – ripercorrerà poi Mara Marcheschi – facemmo una sintetica relazione sui risultati e con stupore trovammo migliorati più della metà dei casi. Fu subito chiaro che la buona volontà e le buone intenzioni degli insegnanti non erano sufficienti e che anche la nostra preparazione psichiatrica era ben scarsa”. Da questi risultati e da quella analisi nacque una metodologia che cambierà la neuropsichiatria infantile, migliorando soprattutto le prospettive terapeutiche e riabilitative dei pazienti.
“L’idea era quella di considerare il Medico neuropsichiatra infantile, il Pedagogista, lo Psicologo, l’Assistente Sociale, e più tardi il Terapista della Riabilitazione, come autori di interventi specifici su ogni disabile, ma ordinati da un progetto unitario in cui venivano stabiliti gli obiettivi e i tempi attuativi”, ricorderà la professoressa Marcheschi. A loro si deve la mutata organizzazione che vedrà il medico specialista e lo psicologo clinico come i principali strateghi della diagnosi, ed il pedagogista, “insegnante” o “educatore” professionale, come il principale stratega dell’intervento riparatore. Intuizioni e nuovi orizzonti su cui si imperniò il lavoro di una nuova generazione di neuropsichiatri infantili e dai loro allievi che svilupperanno approcci sempre più efficaci e innovativi.
Densissimo è stato il percorso professionale della professoressa Mara Marcheschi, dalla laurea in Medicina e Chirurgia a pieni voti ottenuti presso l’Università di Pisa nel 1954. Dopo la specializzazione in Malattie Nervose e Mentali, ottenne sempre a pieni voti quella in neuropsichiatria infantile e nel 1970 l’idoneità a primario ospedaliero. Dopo il ruolo di assistente universitario, nel 1980 divenne Professore associato in Neuropsichiatria Infantile presso l’Università di Pisa, con sede operativa presso l’Istituto Scientifico Stella Maris. La Professoressa Marcheschi fu Direttore della Scuola a Fini Speciali per Terapisti della Riabilitazione della Neuro e Psicomotricità dell’Università di Pisa e poi Presidente del Corso di Diploma Universitario per lo stesso settore. Alla Stella Maris la professoressa Marcheschi fu coordinatrice prima della Linea di Ricerca “Fisiopatologia delle funzioni cognitive e dell’apprendimento” e poi della Linea di Ricerca Psicopatologia dello Sviluppo. Ha mantenuto questi ruoli fino al suo pensionamento nel 2001.
Nella sua carriera la professoressa ha svolto numerose missioni scientifiche presso Istituti e Laboratori di Ricerca in Italia e all’estero e prodotto circa 400 lavori pubblicati su autorevoli riviste del settore, italiane e straniere, oltre a contribuire a numerosi capitoli di libri, alcuni dei quali anche dopo la conclusione del ruolo assistenziale e di docenza.